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serie cosmowarrior zero
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Sylviana
Non bisogna farsi ingannare dal suo fisico avvenente e dai suoi modi melliflui, accompagnati da pose estremamente provocanti, poiché Sylviana è una cacciatrice di taglie e un’avventuriera, dedita alle imprese più pericolose e alle alleanze più ardite pur di incassare un’ingente somma. Slanciata, dalle lunghe gambe e dal seno prosperoso, indossa spesso minigonne vertiginose e, soprattutto, un cinturone con fibbia a forma di cuore a cui sono appese due pistole che sa maneggiare con grande destrezza. Ma la sua arma più letale, perlomeno quella con cui è in grado di atterrare la maggior parte degli avversari maschi, è il suo fisico sexy, che sa sfruttare in modo disinibito. Di stanza a Gun Frontier, il pianeta libero, crocevia dei peggiori fuorilegge delle galassia, Sylviana è sempre pronta a saltare a bordo della propria astronave, il caccia spaziale Star Horse, per rincorrere il ricercato di turno.
Uomini liberi
La pirateria esiste da millenni, praticamente sin da quando gli uomini hanno imparato a solcare i mari a bordo di navi. Il più delle volte i pirati erano marinai in cerca di facili fortune, in alcuni casi però ambivano anche a qualcosa di più prezioso, la libertà, e si opponevano al potere costituito. Si narra che anche il macedone Alessandro il grande nel 331 A.C. dovette combattere i pirati e che, catturatone uno e portatolo al suo cospetto, sostenne un interessante conversazione, rivelatoria dello dello spirito che ha spesso animato i pirati in tutto il mondo. Chiese il sovrano all’uomo in catene: "Per quali ragioni infesti i mari con le tue azioni?" Rispose lo sventurato: "Per le stesse ragioni che hai tu per conquistare il mondo. Ma siccome io lo faccio su una piccola nave, sono considerato un pirata, mentre tu che lo fai con un grande esercito sei acclamato imperatore." Eccolo, il germe della ribellione, la strafottenza di chi non si piega davanti ai potenti. Atteggiamenti sviluppatisi fino al Diciottesimo secolo, quando la pirateria divenne anche una forma di rivalsa, il tentativo di opporsi alle leggi dei potenti per creare una società utopica ed egualitaria. I vascelli pirati erano per i pirati una sorta di "nazione democratica e cosmopolita" in opposizione alle nazioni di tutto il mondo. L’idea non è affatto assurda, se si pensa che i pirati eleggevano il proprio comandante, si dividevano in parti uguali il bottino, votavano per prendere decisioni. Tutte cose non consentite dalle leggi della cosiddetta società civile.
La bandiera
Dichiara Harlock a più riprese, nei manga e negli anime di cui è protagonista: "Erro ai confini dello spazio. La gente mi chiama Capitan Harlock! Finché il fuoco arderà dentro di me continuerò a vivere libero… libero nell’oscuro mare dello spazio, in questo oceano senza domani! Sotto il segno del teschio, io vivo la mia libertà." La sua scelta di diventare un pirata, insomma non è dovuta a bramam di ricchezze o a smania di potere, bensì al desiderio di vivere libero. Una condizione difficilmente soddisfabile sul pianeta Terra, di volta in volta sotto il gioco della dominazione aliena di Illumidos, oppure governato da politici corrotti e pusillanimi, o ancora controllato da Meccanoidi o minacciato dalle Mazoniane. È nella mancanza di confini del cosmo, e a bordo di un’astronave popolata da suoi pari, che il pirata dello spazio può realmente sentirsi libero. E per la sua libertà è disposto a battersi, a mettere a rischio la propria vita. Cosa che fa di continuo, affrontando sia i propri nemici che coloro che minacciano la Terra, suo pianeta natale. Una scelta coraggiosa, ma malvista dai governanti terrestri, per cui Harlock rimane sempre e comunque un pirata da assicurare alla giustizia.
Cosmowarrior Zero special 0
In quanto speciale, l’avventura di Cosmowarrior Zero ha una collocazione temporale altrettanto speciale. Nella sequenza generale di Capitan Harlock si situa, come gli episodi normali, durante la giovinezza di Harlock. Nell’ambito più ristretto di Cosmowarrior ha una collocazione temporale abbastanza indefinita, ma rintracciabile tra il primo e il terzo episodio della serie. Inoltre questa avventura vanta caratteristiche del tutto peculiari, grazie a una trama che abbonda in trovate divertenti e alla presenza di alcuni omaggi del maestro Leiji Matsumoto, il mangana che ha creato Capitan Harlock. L’autore appare infatti in un breve cameo, mentre è intento a disegnare centinaia e centinaia di tavole di un manga. Inoltre fa una brevissima apparizione anche Oidon, un personaggio che risulta sconosciuto al pubblico italiano, ma certo è molto noto a quello giapponese. Si tratta del protagonista della serie Otoko Oidon ("Io sono un uomo"), datata 1971 e primo manga di grande successo dell’autore, incentrato su uno studente che deve sostenere l’esame di ammissione all’università, con forti componenti autobiografiche. Passando alla storia vera e propria, Cosmowarrior Zero Special 0 è ambientato principalmente sul buffo pianeta Fungotanda (in originale Sarumatake), dalla forma di fungo, in realtà un ammasso globulare tenuto insieme da un generatore di gravità. Quel luogo è stato creato da Tochiro, ed è sede di una pensioncina in cui il personaggio nasconde il proprio laboratorio segreto, pieno di straordinarie invenzioni. Mentre Harlock e Tochiro si trovano su Fungotanda, Warrius viene rapito dai pirati guidati dal perfido Hunter. Il corsaro chiede un riscatto in cambio della liberazione dell’ufficiale terrestre. Non si tratta però di denaro, bensì della Karyu, astronave con la quale intende attaccare la Death Shadow e catturare Harlock. A rompergli le uova nel paniere giunge però Emeraldas, che libera l’ostaggio. Tutto il gruppo, a cui si aggiunge un’irrefrenabile Sylviana, finisce su Fungotanda, ove si scatena una gigantesca battaglia dai risvolti inaspettati.
Yukiyo Teramoto
A dirigere la seconda parte di Cosmowarrior Special 0 è Yukiyo Teramoto, professionista che talvolta si occupa anche della supervisione e dello story-
I mille nomi del mondo di Harlock
Tra gli spunti divertenti dello speciale di Cosmowarrior Zero vi è anche il pianeta Fungotanda, il cui nome deriva dalla sintesi delle parole ‘fungo’ e ‘mutanda’. Un nome nato grazie alla forma del pianeta, un fungo appunto, e alla presenza sulla sua superficie di appezzamenti di terra a strisce colorate, come il disegno della stoffa di comodi mutandoni o boxer. Lo strano appellativo fa riferimento anche all’indumento intimo con scarsa igiene…
Riscatti
Nello spaciale di Cosmowarrior Zero, Hunter attua uno schema diffuso anche tra i pirati del passato: rapisce un personaggio importante con l’obiettivo di chiederne un riscatto. Hunter vuole in cambio l’astronave Karyu, ma nella realtà la liberazione del rapito avveniva in cambio di denaro sonante. Tra i rapiti illustri dagli antichi predoni del mare si può annoverare nientemeno che Giulio Cesare. Il celebre condottiero romano, all’epoca ancora molto giovane ma già ricco, venne catturato dai pirati nel 75 A.C., mentre si stava recando a Rodi per motivi di studio. Fu tenuto prigioniero su un isoletta per circa cinque settimane, fino a quando il riscatto richiesto non venne pagato. I pirati non poterono però godersi il bottino, dato che poco dopo furono catturati e Cesare, per vendetta, li fece crocifiggere. Talvolta anche i pirati dei Carabi del Sedicesimo e Diciassettesimo secolo catturavano ricchi mercanti per ottenere dei riscatti, ma altre volte i rapimenti, o arruolamenti forzati, non avvenivano per ottenere denaro. Sulle navi pirata, la cui manutenzione il più delle volte doveva essere svolta dagli stessi occupanti, servivano carpentieri o altri abili artigiani, per cui quando se ne trovavano sulle navi abbordate venivano costretti a entrare a far parte della ciurma. Il rapimento garantiva insomma del personale specializzato, in grado di svolgere compiti al di fuori della portata dei pirati. Spesso questi artigiani venivano liberati una volta svolti i lavori per cui erano stati rapiti.
Hunter
Fisico corpulento e barba incolta, Hunter è il capo dei pirati che attaccano sia la Karyu di Warrius Zero sia la Death Shadow di Harlock. Vestito con gli abiti tipici del pirata, spesso armato di coltello, Hunter si esprime in modo grezzo e facendo uso di parole di accento spagnolo, in particolare dell’immancabile e ironico amigos con cui si rivolge sia a compagni che ad avversari. Fa parte di quelle persone che, disgustate dalla resa incondizionata del pianeta Terra all’impero Meccanoide, hanno optato per la pirateria spaziale.